Ovvero, io sono per indole o forse semplicemente per situazioni di vita una persona nostalgica, vivo perennemente nel ricordo delle cose che mi hanno fatto stare bene. Lui sostiene di essere una persona malinconica, ma non sono riuscita a capire il perché, forse perché non lo conosco abbastanza, o forse solo perché non conosco abbastanza il significato del termine, quindi, voi che ormai mi conoscete sapete già cosa ho fatto…… giorni e giorni di ricerche, e finalmente ora so quali sono i significati di queste due parole all’apparenza così semplici ma………
La malinconìa è un sentimento che provoca una tristezza costante, è una sorta di tristezza di fondo, a volte inconsapevole, che porta un soggetto al vivere passivamente, senza prendere iniziative,
adattandosi agli avvenimenti esterni con la convinzione che non lo riguardino o che in essi non possa avervi un ruolo determinante. Si potrebbe definire come il desiderio, in fondo all'anima, di una cosa, di una patria, di una persona mai conosciuta o di un amore che non si è mai avuto, ma di cui si sente dolorosamente la mancanza o per raggiungere i quali non ci si sente all'altezza.
La parola deriva dal latino melancholia, cioè “atra bile”, bile nera, uno dei quattro umori dalle cui combinazioni dipendono, secondo la medicina greca e romana, il carattere e gli stati d'animo delle persone.
Per capire meglio ho trovato e riportato qui di seguito alcune frasi che sembrano chiarire meglio questo stato d’animo:
* È uno strano destino quello della malinconia. Prende anche se hai tutto. Il viso non mostra segni di sofferenza: è meglio una febbre che costringe a rimanere a letto malati. Se sei triste e stai soffrendo, dentro, nessuno capisce, nessuno ti crede; tutti pensano che sia un posa, uno strano modo di mettersi in mostra. (Romano Battaglia)
* Il lato diabolico della malinconia è quello non solo di far ammalare le sue vittime, ma anche di renderle presuntuose e miopi, addirittura quasi superbe. Si crede di essere come Atlante che da solo deve reggere sulle proprie spalle tutti i dolori e gli enigmi del mondo, come se mille altri non sopportassero gli stessi dolori e non vagassero nello stesso labirinto. (Hermann Hesse)
Ma se ci guardiamo intorno possiamo trovare la malinconia in molte arti come ad esempio:
E’ il sentimento più profondo e costante della vita intima del Petrarca che l’esprime nei versi “Solo e pensoso i più deserti campi vo misurando a passi tardi e lenti".
Herman Hesse “Alla malinconia…Nel vino e negli amici ti ho sfuggita, poiché dei tuoi occhi cupi avevo orrore. Ma tu mi accompagnavi silenziosa, eri nel vino ch'io bevvi sconsolato,eri nell'ansia delle mie notti d'amore perfino nello scherno con cui ti ho dileggiata”.
Eugenio Montale la percepisce come “Il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro di me, con un terrore di ubriaco”.
Anche in molte canzoni il tema della malinconia è presente, ho passato ore a visionare tutti i video su youtube che contenessero la parola malinconia ed ho trovato ad esempio:
Riccardo Fogli “Ed è malinconia ti segue per la via ti lascia dopo un'ora ma tu sai che torna ancora ………ed è quello che ti resta quando il mondo non ti basta”.
Carboni, (il mio preferito) “ la malinconia è come le onde del mare, ti fa andare e poi tornare, ti culla dolcemente”
Quindi posso concludere che la malinconia è uno stato d’animo, è un sentimento legato alla natura dell'uomo. Una sensazione con cui conviviamo, anche se non siamo tristi, anche se non siamo infelici. Viene spesso confusa con la nostalgia che è però cosa diversa, perché la nostalgia è un sentimento di assenza. E’ desiderio di qualcosa che non si ha in quel momento, e questo concetto mi suona molto più famigliare, perché ahimè io sono un inguaribile nostalgica…
La nostalgia parola composta dal greco (ritorno) e (dolore): "dolore del ritorno" è uno stato psicologico di tristezza e di rimpianto per la lontananza da persone o luoghi cari o per un evento collocato nel passato che si vorrebbe rivivere.
Il termine nostalgia. Entra nel vocabolario europeo nel XVII secolo per opera del medico svizzero Johannes Hofer, alle prese con una patologia diffusa tra i suoi connazionali, costretti dall'arruolamento come truppe mercenarie a restarsene lontani a lungo dai monti e dalle vallate della repubblica elvetica. «Nostalgia» è infatti la designazione dotta del «mal du pays>> (letteralmente il dolore della casa). Tale stato patologico era così grave che spesso portava alla morte i soggetti che ne erano colpiti e nessun intervento medico valeva a ridare loro le forze e la salute a meno che non li si riportasse verso casa.
Roberto Beneduce scrive:
« “Se prima del viaggio si erano costruiti progetti e speranze ed erano state tracciate le premesse di una nuova autonomia, dopo qualche tempo quando i problemi incontrati nei paesi ospiti hanno finito con l’estenuare questa carica progettuale e i bisogni affettivi si sono resi insopprimibili, può accadere al migrante di sentire il proprio progetto esistenziale spezzarsi. Egli può avvertire intorno a sé forze più grandi che lo spingono alla deriva fino a fargli mancare i riferimenti più concreti e irrinunciabili. »
Se da un lato la nostalgia è disillusione e può condurre a un malessere del corpo e
della mente, dall’altro può essere vissuta come una spinta verso il luogo di origine, verso il proprio paese, verso gli affetti, verso le proprie radici e la propria storia, spinta che consente di non sentirsi senza casa, senza appartenenza, senza paese e costituisce una risposta al sentimento del pericolo incombente sulla propria identità.
Nostalgia allora anche come consolazione e come rifugio. Spesso la nostalgia si condensa intorno ad alcune immagini (di oggetti, di luoghi, di persone) che si rivelano nell’esperienza come fortemente significativi per la propria dimensione dell’essere e molto consolatori rispetto al vissuto dello spaesamento.
....tutti viviamo nella incompletezza. Non siamo onnipotenti.
Solo se accettassimo la finitezza come nostro orizzonte la nostalgia
potrebbe apparire come un elemento positivo.
La nostalgia ci dice costantemente che tutto ciò che abbiamo vissuto,
che abbiamo amato, che abbiamo coltivato nel passato, non tornerà più,
non ci appartiene più....
anche per il sentimento della nostalgia la musica a detto la sua, con le parole di:
cocciante che addirittura la chiama "dolce compagna" in celeste nostalgia,
o albano e romina che cantano: " nostalgia canaglia che ti prende propio quando non vuoi......... nostalgia di una strada, di un amico, di un bar......." ma la frase più bella per me è: " chissà perchè si gira il mondo per capire un po' di più....... mentre si va quel dolce tarlo all'improvviso tornerà"
…. Questo sentimento mi accompagna ormai da molto tempo, e forse dicendovi che da 8 anni vivo a 1200 km da casa, potete capire il mio stato d'animo, e credo che aggiungere ulteriori sensazioni e ricordi personali renderebbe questo post ancora più triste.
interessanti i tuoi riferimenti, grazie.
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